Padma Lakshmi
Per l’autrice, esperta enogastronomica, produttrice e presentatrice televisiva, prendere parte allo shooting del Calendario Pirelli è un sogno realizzato
Qual è la tua definizione di bellezza? Che cosa significa per te bellezza?
La bellezza per me è qualsiasi cosa che cattura l’attenzione. È qualcosa che attira la tua attenzione, ti invita a guardare quella persona o quell’oggetto. La mia definizione di bellezza è molto ampia e, anche quando qualcuno non è bello secondo gli standard classici, se ha un dettaglio particolare del viso, uno sguardo che esprime intelligenza, credo sia comunque molto bello e seducente. È davvero attraente. In qualche modo attira l’attenzione.
Se dovessi scegliere un ricordo di bellezza legato al racconto per immagini, qualcosa dal mondo dell’arte?
Probabilmente non risponde all’ideale di quanto sarebbe considerato bello, ma c’è una scena nel film La scelta di Sophie, quando Meryl Streep sta rivivendo qualcosa di doloroso e triste. Non è quello che definiremmo un momento bello, ma la camera stringe su di lei, lentamente, lentamente e lei è luminosa. La macchina da presa la ama. È un momento triste nel film, ma attraverso la lente emerge un ritratto di donna ricco di bellezza e amore.
E poi qualsiasi cosa con Anouk Aimée. Anche in questo caso, la macchina da presa la amava. Credo sia stato il regista François Truffaut disse “La metà del lavoro di realizzazione di un film è trovare una donna bellissima e rivolgere la macchina da presa verso di lei”, sai?
C’è un profumo che assoceresti alla bellezza?
Profumerebbe di caprifoglio dopo una pioggia estiva.
E se ti chiedessi di un suono?
Sarebbe quello della risata di mio figlio.
Un gusto?
Avrebbe il sapore del cioccolato, cioccolato fondente e cannella.
Come approcci il tema della nudità nel lavoro di modella se lo contestualizzi nel nostro tempo e in seguito all’avvendo del movimento MeToo?
È difficile. Ero una modella negli anni ’90 e allora c’era una maggiore libertà. Credo oggi siamo diventati molto più cauti oggi. In parte è un bene, molto di quanto avveniva negli anni ’90 non deve ripetersi. Ma non credo che la nudità sia qualcosa di cui aver timore, perché credo che il corpo di una donna sia una delle creazioni più magnifiche della natura.
Non si tratta ciò che ritrai nella fotografia. È il modo in cui lo fai. Qualsiasi cosa può risultare volgare, e non dipende dai vestiti che indossi. E puoi allo stesso tempo realizzarlo in modo bello, significativo, elegante. Non è la nudità in sé stessa il problema, ma il modo in cui è gestita dal soggetto e dal fotografo.