Jenny Shimizu
La modella e attrice di origine asiatiaca naturalizzata statunitense torna nel Calendario Pirelli quasi 30 anni dopo il suo debutto
Qual è la tua definizione di bellezza? Che cosa significa bellezza per te?
Credo che per me si tratti più che altro... di trovare comfort nella bellezza. Arriviamo tutti a un momento in cui iniziamo a sentirci a proprio agio nella propria pelle. Lo si può leggere sulla faccia delle persone, lo si può sentire sulle persone. E credo che abbia molto a che fare con l'editing, con il rimuovere degli elementi al fine di mostrare davvero la bellezza nella sua purezza, piuttosto che aggiungere e aggiungere. È sicuramente un lavoro interiore, che poi dobbiamo rappresentare anche all'esterno.
C'è un artista, un'opera d'arte, una scultura o un qualsiasi altra forma di arte che richiama per te il concetto di bellezza?
Quando vado a visitare un museo, o comunque mi trovo di fronte ad un’opera d’arte, sono pervasa dalla sensazione che mi suscita l’opera in sé, è un sentimento che quasi mi sovrasta, perché non potrei mai immaginare di essere un’artista e di riuscire ad essere così aperta nell'esprimere me stessa in questo modo, sapendo che il mio lavoro verrà visto da tutti e che chiunque potrà interpretarlo in qualche modo. Trovare l'ispirazione in ogni cosa è, secondo me, la vera grande arte... per noi in quanto esseri umani.
Quando chiudi gli occhi hai un momento o un ricordo legato al concetto di bellezza che ti viene in mente?
Avevo una zia alla lontana e ricordo che entrò nella stanza con i capelli alla Farrah Fawcett, con una borsa viola. Indossava anche scarpe viola e rossetto viola, tutti abbinati. Ero una bambina e per me era incredibile questo abbinamento di borsa, scarpe e capelli. E credo che quello sia stato il primo momento in cui ho pensato: “Cosa sta facendo? È una cosa stupenda”.
C'è un odore che associ alla bellezza?
Non so se lo associo alla bellezza in sé, ma sicuramente lo associo a dei bei ricordi. Come l'odore della spiaggia. O l'odore di certi cibi e cose del genere. Credo che il ricordo sia legato a qualcosa o qualcuno che ho ritenuto bello.
E se fosse un suono?
Sentire il rumore calmo e rilassante delle onde dietro di me, sentire la felicità di tutti quelli che stanno lavorando [alle riprese], i mormorii soffusi e tutto il resto, per me significa apprezzare l’essere presente in quel luogo e in quel momento. Non ho un suono specifico che mi faccia pensare “Sì, è bellissimo”, perché le esperienze vissute non sono mai uguali fra loro.
Secondo te, cosa è importante aggiungere in merito al dibattito attuale sul concetto di bellezza?
Mi piace il fatto che la bellezza sia diventata più inclusiva. Penso che tutti inizino a vedersi rappresentati nei programmi televisivi, nei film e nelle pubblicità, e credo che questo sia davvero bello. Quando le cose vengono normalizzate, svanisce anche il timore che suscitavano in passato. E così non si alimenta l’odio. Ho sempre pensato: “sarò un’infiltrata” e poi... una volta che sei inclusa, non sono più stata la lesbica o altro. Sono solo Jenny, la persona un po’ folle e divertente, capisci? E poi la gente normalizza e dice: “Non ho paura. Non devo odiarti”.