Martine Gutierrez e il fotografo Ethan James Green, chiamato a scattare questa edizione del Calendario, sono amici sin dall’avvio della loro carriera nel mondo della moda, quando appena arrivati a New York intorno al 2010, muovevano i primi passi per divenire artisti professionisti.
Parte di un gruppo affiatato di amici che lavorano nel mondo della moda e dell’arte, Green – un modello divenuto fotografo – e Gutierrez – artista multimediale – hanno collaborato numerose volte. Gutierrez ha realizzato una performance in occasione del lancio del primo libro di Ethan James Green nel 2019, Young New York, una straordinaria raccolta di ritratti che ha coinvolto una varietà di urban millennials. Compare nel suo secondo libro, Bombshell, pubblicato quest’anno.
I loro autoscatti sono apparsi insieme in una mostra tripersonale insieme all’artista Sam Penn, ospitata a New York. L’esposizione è stata descritta da David Velasco, ex redattore capo di Artforum, rivista dedicata all’arte, come “la realizzazione di scatti da parte di tre giovani artisti le cui vite si intrecciano costantemente”.
Sulla base di questo legame di esperienze, probabilmente non soprende la scelta di coinvolgere Martine Gutierrez nel progetto del Calendario realizzato da Green.
“Oggi interpretiamo i top model per Pirelli”, aggiunge scherzosamente nel raccontare lo shooting, sottolineando il fatto che Green “sa come realizzare uno scatto. Il suo occhio conosce ciò che lui intende realizzare”.
Gli scatti, i film e le performance artistiche di Martine Gutierrez sono stati esposti ovunque nel mondo. La sua arte esplora il tema dell’identità mettendo in discussione modelli culturali legati al genere, al certo, alla discendenza e al potere. Nel ruolo di artista, soggetto, regista e musa, attinge alla sua esperienza come artista di prima generazione di origine indigena e donna trans non binaria.
Nata in California, ha studiato presso la Rhode Island School of Design e la sua prima personale, nel 2013, ha ottenuto l’attenzione del pubblico. Protagonisti di Real Dolls, gli scatti realizzati mentre posava nelle vesti di una bambola gonfiabile di dimensioni reali in ambienti domestici, e di Martine Part I-IX , un film semiautobiografico in nove parti, che riflette sulla trasformazione personale.
Nel 2018, Gutierrez ha prodotto Indigenous Woman, una pubblicazione artistica dallo stile di un magazine di moda patinato per il quale è stata modella, stylist, fotografa e direttrice. Lo ha descritto come “la celebrazione dell’eredità Indiana Maya, un viaggio nell’indigenità contemporanea e nell’evoluzione costante della rappresentazione di sé”.
Gutierrez è stata la più giovane artista ad esporre alla Biennale di Venezia, 'May You Live In Interesting Times' curata da Ralph Rugoff nel 2019. Ha partecipato con alcuni autoscatti tratti da Indigenous Woman, e alcuni scatti tratti dalle sue serie Body En Thrall e Demons series.
Nel 2021 ha creato ANTI-ICON, un progetto sostenuto dal Public Art Fund che è stato esposto in 300 pensiline di New York, Chicago e Boston. Si è fotografata vestita come personaggi storici e mitologici, da Afrodite alla Regina di Saba, per mettere indiscussione definizioni, spesso rigide, di etnia e genere.
Dal 2022-2023 il suo ironico cartellone pubblicitario 'Supremacy', è stato esposto all’esterno del Whitney Museum of American Art di fronte alla High Line, commissionato dal Whitney insieme a una performance live intitolata 'Supremacy: Corporate Retreat' nella quale l’artista ha guidato il Consiglio di Amministrazione in diretta alla presenza del pubblico.