Connie Fleming
Modella poliedrica, artista, coach e leggenda della vita notturna newyorkese fa il suo debutto nel Calendario Pirelli
Qual è la tua definizione di bellezza? Che cosa significa per te la bellezza?
La bellezza per me è... esplorare e aprire la mente, gli occhi e il cuore per sperimentare la bellezza in tutte le sue forme... È la capacità di aprire l’anima all'esperienza.
C'è un artista, un'opera d'arte, una scultura o un qualsiasi altra forma d’arte per te richiama il concetto di bellezza?
Le tre migliori opere per me sono Marilyn di Andy Warhol, Atomic Baby di Keith Haring e poi un'opera di [Jean-Michel] Basquiat. Non ne ricordo il nome, ma è così profondamente primitiva, eppure al contempo parla a un livello così alto, la adoro.
Quando chiudi gli occhi hai un momento o un ricordo legato al concetto di bellezza che ti viene in mente?
Per me, quando chiudo gli occhi, è il mio percorso come artista e illustratrice a partire dai miei primi ricordi di ciò che è l’arte, che sono iniziati con Disney... per incontrare poi [Henri de] Toulouse-Lautrec, René Gruau, Antonio Lopez, [George] Stavrinos, [Andy] Warhol. È come assistere alla proiezione di tutte le forme d’arte che mi ispirano.
C'è un odore che associ alla bellezza?
Quando sento il profumo della bellezza, sento il profumo... di narcisi paperwhite. O di Soie Rouge di Jean Laporte. E di un buon pollo al curry, in stile giamaicano.
E se fosse un suono?
La voce di Grace Jones. Quella di Diana Ross. La voce di Roy Orbison, quella di Amy Winehouse anche se la sua non riesco più ad ascoltarla. Mi fa piangere.
Un sapore?
Quello del cioccolato. Adoro il cioccolato. E anche quello di una buona carbonara.
Un tocco?
Da artista, questa sensazione per me è quella di lavorare con la matita, il gesso o anche con l'acquerello e creare una forma. Con la moda, è come... un abito di seta tagliato di sbieco, quando ha una bolla e lo strofini per farlo scaldare e modellare sul tuo corpo.
Che aspetto ha la bellezza per te?
Penso che sia un’esperienza in continua evoluzione, perché a volte ci si sveglia e si vede qualcosa da una prospettiva diversa. [Per me] è il bisogno di sperimentare, in modo da arricchire sempre di più il mio bagaglio di esperienze. Quello che penso è questo: vedere più cose possibile, raccogliere più immagini che posso ed essere il più possibile aperti alla sperimentazione.
Secondo te, cosa è importante aggiungere nel dibattito attuale sul concetto di bellezza?
Negli ultimi anni, attraverso la pandemia e il BLM [Black Lives Matter], il dibattito pubblico è dovuto divenire necessariamente inclusivo. Si è esteso e ha dato al mondo una tale libertà di aprirsi e di essere più consapevole dell'inclusività, non solo perché è politica, ma perché non possiamo più permetterci di escludere nessuno. Tutti hanno un contributo da dare. E questi contributi stanno arricchendo tutti, offrendo a ciascuno la possibilità di sentirsi incluso.