On the Road… con Bohan Phoenix
Il Calendario Pirelli 2022 vuole catturare l'atmosfera dell'artista in tour. Per la stella nascente del rap Bohan Phoenix, l'esibizione dal vivo e il rapporto con i fan è “quello per cui fa questo mestiere”
Stava calando la sera a West Hollywood quando Bryan Adams ha dato vita al servizio fotografico per il Calendario Pirelli con il rapper cinese-americano Bohan Phoenix. Dopo l'iniziale preparazione in un garage sotterraneo, Adams si è sentito ispirato a condurre Phoenix nel Sunset Boulevard per vedere cosa sarebbe successo. Quando il traffico ha rallentato per curiosare, Phoenix si è portato al centro della Strip e si è esibito in alcune mosse di arte marziale. “Sono cintura nera, ho praticato questo sport per otto anni, e ho voluto aggiungere un po' della mia cultura a questo momento,” ha affermato Phoenix. “Mi è piaciuto, vorrei rifarlo.”
Phoenix ha imparato a fare le cose a modo suo. All'età di 11 anni, dopo essersi trasferito dalla Cina (è nato a Hubei) a Boston, e non conoscendo la lingua inglese, rimane incantato dalla storia di Eminem in 8 Mile, film che racconta di un aspirante rapper bianco che cerca successo in un mondo con predominanza nera. Phoenix inizia a reppare, canta in un coro gospel alle scuole superiori e inizia a registrarsi mentre canta con il suo telefono cellulare. Inizialmente cerca di imitare il suo eroe, ma poi inizia a raccontare la sua storia con le sue canzoni, reppando sia in cinese mandarino che in inglese. Dopo aver frequentato la New York University, rientra in Cina dove collabora con artisti come il gruppo hip-hop di Chengdu Higher Brothers e il produttore Howie Lee. Collabora anche con il rapper cinese Vava, il deejay americano Makj e il presentatore radiofonico inglese Benji B, tra gli altri.
Le canzoni bilingue di Phoenix affrontano tematiche come l'identità culturale, prendendo spunto dalla sua vita divisa tra Stati Uniti e Cina. Mirano a creare un ponte tra l'hip-hop americano e quello asiatico e ad avvicinare le culture tra loro attraverso la musica. Chiede il sostegno in Asia e America per il movimento Black Lives Matter e dona gli incassi del suo singolo uscito a maggio 2021 But I Still Love You a favore della campagna antirazzista Hate is a Virus. Tra i suoi EP più famosi ricordiamo Foreign, Jala, Overseas, Yaode e lovelove. A giugno 2021 sottoscrive un contratto con JUUICE Hip-Hop, un marchio di Warner Music China, e attualmente sta lavorando ad un nuovo album in studio che dovrebbe uscire nel 2022.
Dopo il servizio fotografico, ci ha parlato del rapporto con i fan e dell'abbattimento delle barriere culturali attraverso la musica.
Come è andata?
Oggi è stato uno spasso! Bryan è stato fantastico, l'intero team è stato fantastico, il team Pirelli è stato eccezionale. Mi sto molto divertendo.
Come è stato lavorare con Bryan?
Lavorare con Bryan è stato veramente straordinario. Lui sa veramente quello che fa. Dice di fare questo, di fare quest'altro, e se si perde un po' troppo tempo, lui dice 'già fatto’. Come dire, ‘OK ottimo, avanti, forza’, per questo è stato divertente.
Cosa significa per te far parte di questo Calendario Pirelli?
Lo raccontavo ad un amico, due anni fa ho scritto una canzone dal titolo Move to LA, che uscirà con il mio album il prossimo anno e in questo pezzo parlo di ‘Pirellis peeling’, poi mi trasferisco a Los Angeles e ora partecipo agli scatti di Pirelli, tutto ciò è veramente qualcosa di incredibile, sono veramente onorato di essere qui.
Come è il tuo rapporto con Los Angeles?
Il mio rapporto con Los Angeles è stato una sorta di flirt negli ultimi anni. Ogni volta che arrivo qui, ho la sensazione di amare questa città, ma poi torno a New York. A dicembre sono arrivato qui in auto e ho deciso di rimanere, amo tutto questo.
Quali sono le sfide maggiori quando si è in tour?
La cosa più difficile è stare lontano dalle persone amate, dalla famiglia, per questo è sempre bello tornare a casa alla fine.
Come fai a rendere la sistemazione accogliente come a casa quando viaggi?
Sai, sono abituato a non avere un posto unico che chiamo casa. Sono nato a Hubei, poi mi sono trasferito a Boston dove si trova mia madre, sono molto attaccato a New York e ora mi trovo a Los Angeles. Sono abituato a considerare casa mia il luogo in cui mi trovo, e non il posto da cui arrivo, ecco perché mi sento a mio agio dovunque vado.
In che modo secondo te la musica unisce due culture, due identità culturali?
Penso che a volte le parole non siano all'altezza, specialmente quando ci sono barriere linguistiche. Penso che la musica sia in grado di tirare le corde del cuore e delle emozioni, come forse la parola non è in grado di fare. Infatti la musica riesce a infrangere definitivamente le barriere della lingua e della cultura e ad avvicinare le persone.
Puoi parlarci del tuo rapporto con i fan?
Sono così fortunato che ci siano persone che potrebbero ascoltare chi vogliono, ma che hanno deciso di ascoltare e supportare me. Sono fortunato ad aver cominciato a registrare 15 anni fa quando avevo 13 anni e sono altrettanto fortunato di poter continuare a fare quello che faccio.
Che cosa significa per te essere in tour?
Amo essere in tour perché, anche se mi piace fare musica in studio, non realizzi un vero e proprio dialogo finché non sei sul palco, hai le persone davanti a te, fai musica e vedi come reagiscono. Questo è proprio il motivo che spinge a farlo, è bellissimo.
L'esperienza di viaggiare, girare, scoprire posti nuovi, nuove culture, nuove persone – tutto ciò influenza il tuo processo creativo?
Sì. Dico sempre che se smetterò di fare musica, questo viaggio, le persone che ho incontrato, i posti che ho visto, la musica che ho fatto saranno il tesoro unico e senza prezzo che avrò ottenuto.
Scrivi mentre sei in tour?
Scrivo in ogni momento quando sono in tour. Effettivamente, amo scrivere in giro più che quando sono fermo. Mi piace scrivere in aereo, mi piace scrivere in metropolitana, mi piace scrivere quando sono in viaggio, perché il fatto di essere in movimento migliora il mio flusso di pensiero.
Hai un buon rapporto con la fotografia?
Penso di essere abbastanza timido quando si tratta di fotografia, ma sto imparando a divertirmi e a lavorare con fotografi come Bryan. Lui contribuisce in questo senso perché è veramente a suo agio in quello che fa. Quando lavoro con persone di questo tipo, mi sento bene in quello che faccio.
Vorresti aggiungere qualcosa?
Quello che vorrei aggiungere è che in un tempo di pazzia come questo spero che tutti abbiano un senso di compassione nel cuore e comprendano che ognuno di noi merita di essere amato e rispettato, indipendentemente da dove viene e da come appare. So che qualcuno penserà sia un discorso sdolcinato, ma l'amore è tutto ciò che abbiamo e di cui occorre parlare di più, tutto qua.